Palazzo Ducale



Cortile interno del Palazzo Ducale
Foto:Francesco Gasparetti -Alcuni diritti riservati

Il Palazzo Ducale, capolavoro del gotico-rinascimentale veneziano, é uno dei più fastosi simboli del potere e della ricchezza accumulati dalla Serenissima. Residenza e centro di governo dei Dogi durante secoli, nonché prigione e camera di tortura all'occasione, questo palazzo di marmo bianco e rossa fu presumibilmente eretto nei secoli X e XI, sulla base di un nucleo centrale fortificato.

Il Palazzo Ducale si erge tra il bacino e la Basilica, accanto alla quale si trova la Porta della Carta, ove i decreti ufficiali dei dogi erano esposti. Ancor oggi è necessario attraversare questa porta, un magnifico esempio dello stile gotico fiorentino, per entrare nel cortile interno del Palazzo, affiancato da una doppia fila di archi rinascimentali.

All'interno del cortile, praticamente di fronte alla Porta della Carta, si trova la Scala dei Giganti, coronata dalle statue di Marte e Nettuno (simboli del potere veneziano), senza dubbio uno dei capolavori che custodisce il palazzo. Nell'altra ala del palazzo spicca la Sala del Maggior Consiglio, al cui interno ci sono diverse tele, tra cui la magnifica “Paradiso” di Tintoretto, uno dei più grandi dipinti al mondo.

La prima grande ristrutturazione, che trasformò la fortezza originaria in un elegante palazzo privo di fortificazioni, fu operata nel XII secolo dal Doge Sebastiano Ziani. Un nuovo ampliamento fu realizzato alla fine del ‘200. Sotto il dogado di Bartolomeo Gradenigo (1339 – 1343), il palazzo cominciò ad assumere la forma attuale. Un ampliamento del 1424 ad opera del Doge Francesco Foscari ampliò il palazzo sul lato della Basilica di San Marco. Un'aggiunta importante (la Porta della Carta, su progetto degli architetti Giovanni e Bartolomeo Bon (gli autori della Ca' d'Oro) fu terminata nel 1442.

La parte interna (cioè quella sul lato del rio di Palazzo che termina col Ponte della Paglia, che ospita gli appartamenti del Doge), fu edificata dopo il grande incendio del 1483 su progetto dell'architetto Antonio Rizzo. Successivi abbellimenti, come la Scala dei Giganti ed il Pozzo dell'Alberghetti, si alternarono a devastanti incendi per tutto il XVI secolo.

All'inizio del XVII secolo, furono aggiunte le cosiddette Prigioni Nuove, al di là del rio, ad opera dell'architetto Antonio Contin. Questo nuovo corpo di fabbrica viene collegato al Palazzo dal celebre Ponte dei Sospiri, che doveva essere percorso dai condannati nel loro passaggio alle prigioni. Una leggenda narra che un tempo ai condannati a morte fosse concessa, come ultima possibilità di scampo, di tentare il giro della colonna. Infatti tuttora una delle colonne del Palazzo Ducale è leggermente rientrante. Il tentativo consisteva nel girare intorno alla colonna, dalla parte esterna, senza scivolare ma quasi nessuno riusciva a completare l'operazione.

Dopo l'annessione di Venezia al Regno d'Italia il Palazzo subì cospicui restauri e nel 1923 venne destinato a museo, quale è tuttora. All'interno si trovano delle opere importanti, quali alcune tele di Jacopo e Domenico Tintoretto (Sala del Gran Consiglio) e affreschi del Veronese (Sala delle Quattro Porte e Sala del Collegio).