Festival del Cinema di Venezia



Leoni davanti al Palazzo del Cinema
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Il più importante festival del cinema italiano, nonché il più antico del mondo (la prima edizione si tenne nel 1932), La Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia si svolge annualmente tra la fine del mese di agosto e l'inizio di settembre nello storico Palazzo del Cinema, sul Lungomare Marconi, al Lido di Venezia.

La Mostra nacque da un'idea del presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, dello scultore Antonio Maraini, segretario generale, e di Luciano De Feo, il segretario generale dell'Istituto internazionale per il cinema educativo.

La prima edizione, del 1932, si svolse alla terrazza dell'Hotel Excelsior al Lido di Venezia, ma ancora non si trattava di una rassegna competitiva. Seppur i titoli venivano solamente presentati al pubblico, questa prima edizione vanta pellicole di grande valore, come Forbidden di Frank Capra, Grand Hotel di Edmund Goulding, il primo ed inimitabile Frankenstein di James Whale. A Venezia arrivano molti degli attori dei film proiettati -Greta Garbo, Clark Gable, Norma Shearer, James Cagney, John Barrymore, Joan Crawford, Vittorio De Sica, Boris Karloff-, garantendo un enorme successo di pubblico.

Nel 1949 viene istituito il Premio Leone di San Marco per il miglior film, vinto per la prima volta da Manon di Henri-Georges Clouzot. Negli anni '50 il valore della Mostra viene riconosciuto definitivamente nel campo internazionale, conoscendo un periodo di forte espansione, e concorrendo all'affermazione di nuove scuole di cinema, come quella giapponese (Akira Kurosawa vince il Leone d'Oro nel 1951 con Rashômon, mentre Iroshi Inagaki fa lo proprio nel 1958 con L'uomo del risciò) e quella indiana (Satyajit Ray vince un Leone d'Oro nel 1957 con L'invitto). Gli anni '50 segnano anche l'arrivo nella rassegna di due dei più grandi ed amati registi italiani del dopoguerra, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni.

Negli anni '60 la mostra continua a svilupparsi ed ampliarsi, secondo il percorso artistico seguito nel dopoguerra. L'edizione del 1960 viene ricordata come la più contestata della storia del festival, per la mancata assegnazione del Leone d'Oro a uno straordinario film di Luchino Visconti, Rocco e i suoi fratelli, a favore dell'opera del francese André Cayatte Il passaggio del Reno. Il pubblico in sala fischiò per tutto il tempo della cerimonia di premiazione e la proiezione del film vincitore.

Il cinema italiano è il vero marchio di fabbrica di questo periodo della mostra, grazie alla ribalta di nuovi divi emergenti, come Claudia Cardinale, Marcello Mastroianni e Monica Vitti, ma soprattutto per l'eccezionale serie di quattro vittorie consecutive del premio più prestigioso: 1963, Le mani sulla città di Francesco Rosi; 1964, Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni; 1965; Vaghe stelle dell'Orsa, la tanto attesa vittoria di Luchino Visconti; infine, nel 1966, La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo.

Le agitazioni sociali e politiche del 1968 ebbero forti ripercussioni anche sulla Biennale di Venezia, retta ancora dallo statuto di epoca fascista, e di conseguenza anche sulla mostra del cinema, da questa dipendente, che subì pesanti e continue contestazioni, portando a rompere con la tradizione secondo le linee di pensiero dell'epoca. Dal 1969 al 1979 la rassegna si tenne, ma non furono assegnati premi e si tornò alla non-competitività della prima edizione. Nel 1973, 1977 e 1978, la mostra addirittura non si tenne. Il Leone d'Oro fece il suo ritorno solamente nel 1980, paradossalmente in doppia copia per la vittoria ex aequo di Louis Malle e John Cassavetes.

Un'importante novità fu l'introduzione, nel 1971, del Leone d'Oro alla carriera, che ebbe come primi destinatari due nomi eccellenti: il regista americano John Ford, più volte presente al festival, e, l'anno successivo, Charlie Chaplin, per la sua opera di uomo di cinema completo e poliedrico.

In questi anni spicca il capolavoro che Stanley Kubrick presentò al pubblico nella rassegna lagunare del 1972, Arancia meccanica, con protagonista Malcolm McDowell, un film che fece immancabilmente discutere e parlare di sé.

Negli anni 80, Venezia gioca un ruolo molto importante nell'affermazione mondiale del cinema tedesco nuovo stile: Margarethe Von Trotta, la prima vincitrice del Leone d'Oro, nel 1981 stupisce la giuria con Anni di piombo, mentre Wim Wenders si afferma l'anno successivo con 'Lo stato delle cose. La mostra vive un secondo momento d'oro, dopo la parentesi buia degli anni '60. Lo testimonia la capacità del festival di dare visibilità per la prima volta a grandi registi destinati, negli anni successivi, ad affermarsi come grandi autori del cinema contemporaneo (Emir Kusturica e Peter Greenaway, ad esempio).

Venezia ospita in questi anni molti grandi film, non premiati o semplicemente fuori concorso, come Zelig di Woody Allen, E la nave va di Federico Fellini, Heimat di Edgar Reitz, il cyberpunk Blade Runner di Ridley Scott, datato 1983 ed il mafia-movie C'era una volta in America di Sergio Leone (1984).

Sono numerosi i giovani talenti e le pellicole lanciate negli anni novanta: i giovani italiani Mario Martone, Aurelio Grimaldi, Carlo Carlei e Paolo Virzì, e poi il neozelandese Peter Jackson (poco conosciuto prima dell'exploit come autore della trilogia cinematografica de Il Signore degli Anelli), Sally Potter, Neil Jordan, Julian Schnabel, autore di Basquiat, film biografico sulla vita del pittore americano Jean-Michel Basquiat. Ma al Lido tornano anche i grandi autori come Robert Altman (con America oggi (Short Cuts), Leone d'Oro 1993), Abel Ferrara, Rolf De Heer, Michael Radford (suo Il Postino, con Massimo Troisi), Milcho Manchevski (Before the Rain, Leone d'Oro 1994), Lee Tamahori, Kathryn Bigelow, Gregg Araki e ancora una volta Jane Campion.

La mostra, in questo inizio di secolo, continua ad essere un'efficace vetrina per nuovi talenti: in questo contesto si inseriscono, per esempio, i nomi di Spike Jonze con Essere John Malkovich, David Fincher con Fight Club, Kimberly Peirce con Boys Don't Cry e Harmony Korine con Julien Donkey-Boy nel 1999, Christopher Nolan con Memento e Tarsem Singh con The Cell l'anno successivo, Alejandro Amenábar con The Others, Antoine Fuqua con Training Day ed Albert e Allen Hughes con La vera storia di Jack lo Squartatore nel 2001.

Evento clou degli ultimi anni è, senza dubbio, la premiere, postuma, il 13 settembre 1999 dell'ultima opera di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut, un evento speciale in grado di richiamare al Lido di Venezia una mole enorme di spettatori, grazie soprattutto all'eccezionale presenza della coppia protagonista, Nicole Kidman-Tom Cruise.

Giunta nel 2006 alla sessantatreesima edizione, la mostra si inquadra nel più vasto scenario della Biennale di Venezia, festival culturale che include un'esposizione di arte contemporanea. La prima edizione si tenne in concomitanza con la XVIII Biennale.

Il premio principale che viene assegnato - assieme a diversi altri - è il Leone d'Oro, che deve il suo nome al simbolo della città (il leone della basilica di San Marco). Tale riconoscimento è considerato uno dei più importanti dal punto di vista della critica cinematografica, al pari di quelli assegnati nelle altre due principali rassegne cinematografiche europee, la Palma d'Oro del Festival di Cannes e l'Orso d'Oro del Festival di Berlino. Nel loro insieme, si tratta di tre premi ambiti e di grande impatto, spesso in controtendenza rispetto agli Oscar statunitensi, che si svolgono abitualmente in primavera.