Musica Tradizionale nel Lazio

La musica popolare del Lazio è più affine a quella della Toscana, fra le regioni limitrofe, che a quella della Campania, questo sia per i comuni contatti con l'antico territorio etrusco, sia per l'affinità del paesaggio del Lazio con quello della Maremma Toscana.
I loro canti hanno lo stesso carattere grave e melanconico di quelli delle regioni desertiche e pianeggianti.

Il canto popolare del Lazio appare, nelle sue espressioni più genuine, influenzato dal gregoriano: in questo è da vedere la sopravvivenza dell'arte greco-romana.
Una delle espressioni più tradizionali del canto popolare in genere è costituita dalla ninna nanna, essa è molto presente nei canti romaneschi delle cui nenie con le quali le antiche madri romane addormentavano i figliuoli ci sono rimaste espressioni tipo "lalla, lalla, lalla, aut dormi aut lacta".

La forma più diffusa del canto popolare romanesco è costituita dallo stornello o ritornello, simile a quello toscano, e chiamato così perché nel canto si ripete il primo verso. Esso si distingue in stornello "col fiore" e "senza fiore".
Gli stornelli romaneschi presentano di solito una canzone piuttosto uniforme e sono meno agili di quelli toscani. Tra essi le "canzoni a intenne " rivelano il carattere fiero dell'antico popolo del Lazio, presso il quale ricorrenti erano le canzoni d'improperi e d'infamia.
Esiste anche un tipo di stornello rustico e gioioso.

Tra le danze va ricordato il saltarello: fino al secolo scorso era accompagnato dalla cornamusa e dal tamburello, oggi per lo più dalla fisarmonica ma il carattere ed il ritmo sono rimasti tuttora immutati in tutta la campagna romana.

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