Musica Tradizionale in Basilicata

La Basilicata è il cuore del sud, raccoglie come in uno scrigno vissuti e memorie di una arcaicità sorprendente, grazie alla sua cultura agropastorale tenacemente conservativa. La cultura lucana, a differenza di altre aree italiane, è prodiga di realtà etnomusicali poco conosciute o del tutto ignote. L'arpa di Viggiano, la sampagne di canna, la chitarra battente, il ballo con la falce, il ballo con la croccia, la tarantella con la cinta: società matriarcali, balli in chiesa, forme particolari di ritualità religiosa popolare e altro ricompensano le fatiche volontarie e gli entusiasmi di chiunque si adoperi nella ricerca delle tradizioni di questa regione.

Tra i balli tipici della Basilicata un posto di rilievo lo occupa la cosiddetta Tarantella dei pastori. Diffusa nell'area del Pollino questa danza viene spesso detta semplicemente pastorale e si differenzia dalle altre tarantelle del sud per una struttura sobria e ripetitiva. Questa diversità ha fatto supporre una sua derivazione diretta dall'Albania, come patrimonio culturale delle diverse comunità che dal XVI sec. si sono insediate nella zona del Pollino. Legare questo modello di danza alla terapia del morso della tarantola, può sembrare azzardato perché mancano gli elementi storici di connessione, ma la fisionomia della pastorale resta tale: penetrante, catartica, trascendente come ogni danza che permette il transitus in altro stato esistenziale.

Tra i canti la melodia più nota e conosciuta é "Miezza a la scrima toia n 'auciedde canda...", sulla quale si cantano una infinità di versi popolari.

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